Etruschi

Viaggio alle radici della scrittura etrusca

By Marzo 12, 2020 Marzo 5th, 2021 No Comments

La scrittura etrusca, come quella di altri popoli italiani del mondo antico, si originò direttamente dal mondo greco, grazie alla nascita di rapporti commerciali fra le popolazioni della penisola e la Grecia antica.

Ciò avvenne contemporaneamente alla condivisione e scambio di usi e costumi, che si miscelarono perfettamente con la cultura delle varie aree dell’Etruria antica, con tempistiche che non potremmo definire brevi.

Ad oggi, grazie a fonti scritte e fonti archeologiche, sappiamo molto del percorso che portò alla nascita dell’alfabeto etrusco “definitivo”, come i nostri archeologi lo conoscono e studiano, ma il percorso fu lungo e segnato da curiosi e pratici adattamenti di segni epigrafici e suoni.

Alle origini della scrittura etrusca antica

La diffusione dell’alfabeto greco, ad uso etrusco, nelle aree dell’etruria, grazie agli scambi commerciali fu uno degli elementi caratterizzanti il così detto periodo Orientalizzante, momento storico durante il quale la cultura greca si andò a diffondere sempre di più nelle fasce aristocratiche della popolazione etrusca.

Ciò avvenne inizialmente anche grazie alla tradizione del dono, utilizzata per cementare i rapporti di amicizia fra personaggi delle élite del Mediterraneo.

Nonostante l’alfabeto fosse di origine greca, non si deve pensare che il livello culturale degli etruschi fosse basso.

Ancor prima dell’usanza del documento scritto, i popoli dell’Italia centrale avevano comunque usi e tradizioni molto sofisticate e complesse, tramandate di generazione in generazione però soprattutto attraverso le arti e l’oralità.

La scrittura quindi aggiunse solo un mezzo in più alla già complessa coltre di usi e saperi degli etruschi.

Le tracce della forte tradizione orale etrusca precedente l’arrivo dell’alfabeto di origine greca, possono essere trovate in alcuni lunghissimi documenti stesi nella prima fase dell’epigrafia etrusca, attorno al VIII – VII secolo a.c.

Oltre ai testi di dono, già citati, allegati a regali sottoforma di vasi o altre merci, fra i primi documenti in scrittura etrusca antica abbiamo anche contrassegni di produzione utilizzati dagli artigiani.

Il ruolo degli artigiani etruschi e delle donne nella diffusione della scrittura

Doni ed artigianato sono in realtà collegati fra loro.

cippo perugino - scrittura etrusca

In foto il così detto Cippo Perugino, una stele in scrittura etrusca del III o II sec. a.C.

Gli aristocratici, all’invio del regalo avevano la necessità di nobilitarne la provenienza perciò richiedevano al realizzatore del dono stesso, quindi all’artigiano ,di attestarne la qualità tramite un’iscrizione.

Per tale motivo divenne indispensabile per le officine dotarsi di scribi, che realizzassero i testi delle iscrizioni commissionate dai clienti.

La presenza in organico degli scribi divenne utile alle officine anche in altro senso: gli artigiani stessi, apprendendo l’arte della scrittura dai propri colleghi, iniziarono ad utilizzarla per scopi pratici, come la classificazione di produzioni in serie o per contare.

Alcuni dei doni, contrassegnati con lettere appositamente studiate per sottolineare il pregio dell’oggetto scambiato, erano destinati anche all’uso femminile.

Bisogna ricordare che le donne etrusche aristocratiche avevano un livello culturale e possibilità di movimento e libertà molto più ampi rispetto alle donne greche e romane dello stesso periodo.

Non sorprende quindi che l’accesso alla scrittura fu possibile anche alle donne del VII sec. a.C. in Etruria.

Lo testimoniano alcune lettere e brevi iscrizioni poste su oggetti come fuseruole e rocchetti, dedicati prettamente all’uso femminile.

Si sospetta addirittura che questa conoscenza da parte delle donne ebbe anche dei risvolti di tipo letterario: lo suggerirebbe il testo poetico aryballos Poupé, da molti attribuito ad una donna.

Alcune differenze fra lingua etrusca e greco antico: l’alfabeto e la fonetica

I primi centri che iniziarono a recepire la scrittura greca furono quelli dell’Etruria meridionale, come Veio, Tarquinia e Vulci.

Qui la scrittura iniziò a mutare secondo le necessità della lingua parlata a livello locale, molto diversa dalla lingua greca.

La trascrizione dell’etrusco richiese nel tempo ad esempio alcuni adattamenti delle lettere dell’alfabeto, a causa di radicali differenze fonetiche.

Prima di tutto nell’alfabeto greco vi erano troppe lettere rispetto a quelle necessarie alla lingua del centro della penisola italica. Ad esempio, l’etrusco non conosceva i suoni /b g d/, mentre utilizzava i corrispondenti suoni sordi /p k t/ e aspirati /ph kh th/.

Il suono /o/ non esisteva, contrariamente al greco antico e la sua unica /s/ non bastava a trascrivere le due sibilanti tipiche della lingua etrusca.

Beta, delta ed omicron non vennero inoltre utilizzate, perché non utili.

Le differenze presenti nelle due lingue erano quindi molte e richiesero anni per essere livellate, determinando poi la nascita di un vero e proprio alfabeto etrusco, con corrispondenti lettere in greco, visualizzabile anche nella tavoletta di Marsiliana d’Albegna.

L’alfabeto si stabilizzò quando entrò in uso anche nei luoghi di culto. Qui infatti divenne non solo oggetto di attività pratica, ma di insegnamento.

E’ dal VI sec a.C. che quindi la scrittura etrusca diventa stabile.

Purtroppo molto non è ancora stato tradotto di questa lingua che resta parzialmente un affascinante mistero per archeologi ed altri studiosi.

Il fortissimo legame con la lingua greca però fornisce già una chiave di lettura forte che sempre di più permetterà di decodificare l’affascinante scrittura etrusca antica di vasi, tombe, iscrizioni e testi presenti, anche presenti in Umbria, come ad esempio l’ormai notissimo Cippo di Perugia, custodito presso il Museo Archeologico dell’Umbria.


Fonte: Maras, Daniele F. “La scrittura dei principi etruschi.” A. Mandolesi, M. Sannibale (a cura di), Etruschi. L’ideale eroico e il vino lucente, Catalogo della Mostra, Asti (2012): 103-109.